Minturno: Roberto Lepone chiarisce la sua posizione in vista delle elezioni politiche
Per fare chiarezza sui vari rumors, il Vice Sindaco uscente del comune di Minturno, Roberto Lepone, chiarisce una volta per tutte la sua posizione politica, i rapporti con il PD e le scelte che si accinge a fare in previsione delle prossime scadenze elettorali.
Riportiamo qui di seguito il comunicato stampa apparso sul suo sito personale.
“Vorrei innanzitutto precisare che le mie divergenze riguardano non il PD, ma la gestione del circolo del PD di Minturno. Quando scelsi di aderire al PD, lo feci credendo al progetto di un grande partito popolare e democratico e, soprattutto, a vocazione maggioritaria.
Cioè un partito che avesse l’ambizione di aggregare tutte quelle forze sane e produttive del Paese superando gli steccati ideologici, per proporsi ai cittadini come forza di governo. Ciò che mi rapì fu proprio questa sfida per il superamento delle logiche di bottega che guidavano i partiti della prima repubblica a stringere alleanze elettorali nonostante le divergenze, anche radicali, sulle rispettive linee politiche. Ho creduto in un partito che dialogasse direttamente con i cittadini.
Ai miei ex amici di partito che dicono che me ne sarei andato per la mancata candidatura a Sindaco rispondo, invece, che il PD di Minturno ha tradito tutto quello che ho appena detto. E’ l’antitesi di quell’idea di politica e di partito. E’ un circolo chiuso, auto referenziato, pieno di contraddizioni e caratterizzato da una gestione personalistica, familiare e, da interessi personali che prevalgono su quelli generali. So che è partita una campagna di denigrazione nei miei riguardi fondata su una serie di falsità tra cui quella appena citata. La questione è un’altra. La mia storia disegna un percorso molto diverso. Sono 8 anni che lavoro per un progetto, al servizio del gruppo o del partito, ed ho sostenuto sempre le candidature di altre persone (Granata, Galasso). Questo dimostra la mia lontananza da velleità di carattere personale.
A chi mi imputa che la mia candidatura a Sindaco non fosse condivisa domando:
da chi?, da tre gruppi familiari?, perché non mi hanno consentito di confrontarmi con i cittadini attraverso lo strumento delle primarie, così come previsto dallo Statuto del partito? Di fronte alla volontà del popolo mi sarei inchinato.
Il mio ragionamento era ben più articolato. Partiva dalla considerazione della fortissima frammentazione esistente nel PDL e nell’UDC. Il PD anziché approfittare della spaccatura e costruire un’alleanza ampia tra tutte le forze civiche e di partito del centro-sinistra ha rinunciato ad un grande progetto di rinnovamento per correre a risolvere i problemi interni ad una parte del centro-destra.
Tanti cittadini, ancora si domandano, riguardo a questa scelta: “cui prodest” (a chi giova)?”
E ora si attende la replica della (o delle) controparti.
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