La questione pontile-petroli

Sabato 11 febbraio alle ore 10.30 presso il Grande Albergo Miramare si terrà la conferenza stampa inaugurale del
Comitato Intercomunale a Tutela del Golfo di Gaeta.
Qui di seguito riportiamo il comunicato stampa:

Da alcuni mesi stiamo assistendo al tentativo, da parte delle amministrazioni comunali di Formia e Gaeta, di minimizzare, addebitandole ad un falso allarmismo o, ancor peggio, a mero campanilismo, le rimostranze nei confronti dello spostamento del pontile petroli-Eni dall’area Peschiera di Gaeta alla zona del porto commerciale gaetano, ai confini con il territorio comunale di Formia.

L’ENI sta trattando, attraverso un protocollo d’intesa con l’Amministrazione del Comune di Gaeta, il Consorzio per lo Sviluppo Industriale del Sud Pontino e l’Autorità Portuale di Civitavecchia-Fiumicino-Gaeta, la bonifica, a suo totale carico, di un tratto di area a ridosso dei centri abitati di Gaeta, attualmente utilizzato dalla società petrolifera per lo stoccaggio di idrocarburi: nell’ambito di questa trattativa rientra il progetto di  delocalizzazione del pontile.

E’ evidente che l’ENI trarrà da questa operazione un utile, ma non ci è ancora stato chiarito in cosa esso esattamente consisterà; ed è ovvio che, se a questo utile dovessero andare ad associarsi un ulteriore aggravamento del potenziale rischio ambientale presente nell’area ed una servitù che graverebbe per molti decenni  sulle nostre e sulle prossime generazioni, tale decisione non potrebbe essere demandata solo all’Amministrazione del Comune di Gaeta, al Consorzio per lo Sviluppo Industriale del Sud Pontino ed all’Autorità Portuale di Civitavecchia-Fiumicino-Gaeta.

La delocalizzazione del pontile viene, invece, decisa senza che gli enti interessati si pongano il problema di farne oggetto di discussione preventiva fra le forze politiche e soprattutto con la popolazione, al fine di favorire una presa di coscienza sulla scelta “epocale” che si sta effettuando.

In ogni caso, questo spostamento, di certo, non risolverebbe il problema della sicurezza, giustamente sollevato dagli abitanti di Gaeta con riguardo alla posizione del “vecchio” pontile: infatti, la presenza di un pontile-petroli della lunghezza di circa 300 metri comporterebbe un tale aumento del traffico di petroliere e navi cisterna (con conseguente innalzamento della probabilità di rischio di perdite di idrocarburi o incidenti di manovra), da minacciare l’intera area del Golfo, e non uno spazio delimitato.

Se invece si provasse ad immaginare quali sarebbero le ricadute positive (non solo sotto il profilo ambientale, ma anche economico) sul nostro territorio, derivanti proprio dall’assenza della raffineria, del deposito Eni, di un porto dove non si scarichino più prodotti altamente inquinanti (come il pet-coke)?

Abbiamo avvertito, dunque, l’esigenza di coinvolgere  un numero sempre più ampio e rappresentativo di realtà associative ed economiche locali per costituirci come comitato, nella convinzione che la “questione pontile” rappresenti un campanello di allarme, un’esortazione all’impegno, diretta a tutte le forze civiche, per una tutela a più ampio raggio del patrimonio ambientale e della vocazione turisticadella nostra zona.

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